Giò Ponti (1891 - 1979)
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Biografia breve di Giò Ponti
Giò Ponti (1891 - 1979) è stato un architetto, designer ed artista del XX secolo. Nasce a Milano nel 1891, ivi muore nel 1979; architetto, designer, pittore. Laureatosi al Politecnico di Milano nel 1921, apre uno studio con gli architetti Mino Fiocchi ed Emilio Lancia: con quest'ultimno lavorerà poi ininterrottamente dal 1927 al 1933. Dal 1933 al 1945 fonderà una nuova sigla professionale con gli architetti A. Fornaroli ed E. Soncini. Nei primi anni di attività si dedica prevalentemente all'arredamento e alle arti applicate; nel 1923 anno dell'esordio alla I Biennale delle arti decorative di Monza - ha inizio la collaborazione con la Richard Ginori per il rinnovamento della produzione. Due anni dopo, il suo primo approccio con l'architettura con la casa di via Randaccio (Milano, 1925). Del 1926 è la Villa a Garches per Tony Bouilhet, presidente della Christofie; mentre, l'anno successivo, firma (con Lancia) il padiglione della Fiera campionaria di Milano e l'allestimento del vestibolo delle salette della Rinascente. Nel 1928 fonda e dirige la rivista «Domus», organo di diffusione ed elaborazione delle nuove idee e del nuovo gusto, aperta alla sperimentazione e alla ricerca nel campo delle arti decorative e dell'arredamento, oltre che dell'architettura. Gli anni Trenta sono per Ponti gli anni in cui, senza perdere la grazia neoclassica, la sua capacità di essere anche «uomo economico» lo avvicina alla sostanza del razionalismo e ai suoi protagonisti. Anche se il suo linguaggio, sempre legato al disegno, risponde (per vie segrete, connesse a quelle che Ponti chiama «educazione classica») a un'altra musica, quella che negli ultimi anni lo porterà, attraverso la concentrazione sui giochi di leggerezza e di luce delle sue facciate, all'«apparizione» di una «architettura fatta per guardare». Dopo i felici, sottili anni Venti, che aprono tutti i temi, gli anni Trenta sono dunque per Ponti gli anni di uno straordinario slancio dell'attività di progettazione, collegata a un'attività di promozione altrettanto intensa e appassionata: sviluppo di «Domus», impegno diretto nelle Triennali (è membro del direttorio della IVeV Triennale), inizio dell'insegnamento alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano (dal 1936 al 1961). Gli episodi architettonici principali del decennio 1930- 40, segnato per Ponti dall'incontro critico con E. Persico (1934), vanno dalla serie «case tipiche» a Milano (Domus Fausta, Julia, Livia, ecc., 1930) alla casa di corso Venezia (1933), di via G. Modena (1935), di via Brin (1937), alla villa Donegani a Bordighera (1939); dalla torre Littoria nel parco di Milano (1933), con l'ingegnere C. Chiodi, alla facoltà di matematica alla Città universitaria di Roma (1934), al primo palazzo Montecatini (1936); dal palazzo Liviano per l'Università di Padova (con affreschi di M. Campigli, 1937) ai palazzi Ferrania, RAI, a San Babila (1939); dal progetto per il piano regolatore di Addis Abeba (1936, con G. Vaccaro e E. Del Debbio) al progetto urbanistico per lo scalo Sempione a Milano (1939, con G. De Finetti). II palazzo Montecatini è anche l'occasione per un impegno diretto nell'industrial design (disegna infatti tutte le attrezzature, gli impianti, i servizi, i mobili), mentre continua il gusto del «disegno» per le arti applicate: disegni per la ceramica Richard Ginori, per i tessuti (Ferrari, 1938), gli arredamenti (scene e costumi per il Pulcinella di Strawinski al teatro della Triennale, 1939) e gli allestimenti delle grandi mostre (della Stampa cattolica alla Città del Vaticano, 1936; della Vittoria a Padova, 1938). Ponti svolge inoltre una vivace attività pittorica, in particolare come frescante. Degni di menzione soprattutto i grandiosi affreschi sullo scalone del rettorato nell'Università di Padova, che risentono dell'intensa consuetudine tra Ponti e Campigli.
FONTE: ANNITRENTA
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